Cosa vuol dire “spam” e come evitarlo nelle tue campagne email

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5. Dezember 2025

Se invii newsletter, sai bene quanta cura serve per farle arrivare nella casella giusta. Una delle paure più diffuse è proprio questa: “e se finisco nello spam?”. È comprensibile, nessuno vuole che il proprio lavoro resti bloccato in una cartella che molti neppure aprono. La verità è che lo spam non dipende solo da regole tecniche o dalla fortuna: molto spesso è il risultato di una combinazione di segnali che riguardano cosa invii, a chi lo invii e come reagiscono le persone. La buona notizia? Puoi fare moltissimo per evitarlo. In questo articolo ti aiutiamo a capire cosa considerano “spam” utenti e provider, e quali abitudini possono migliorare la consegna delle tue campagne.



1. Che cos’è davvero lo spam?

Quando si parla di spam, il primo pensiero va ai messaggi indesiderati. È una definizione corretta, ma incompleta. Oggi consideriamo spam anche email che non rispettano le aspettative degli utenti: contenuti irrilevanti, invii troppo frequenti o newsletter arrivate senza un motivo chiaro.

In altre parole: lo spam non è solo ciò che “rompe le regole”, ma ciò che rompe la fiducia. Se chi ti legge percepisce i tuoi messaggi come utili, coerenti e rispettosi, è molto meno probabile che li ignori o li segnali. Ecco perché prevenire lo spam significa lavorare sia su aspetti tecnici che relazionali. Entrambi contano.

💡Lo sapevi?

'Spam' non è un acronimo, ma un vocabolo di origine inglese. Il termine deriva dal nome di un prodotto alimentare, la carne in scatola SPAM, molto popolare nei paesi anglosassoni. La diffusione del termine come sinonimo di messaggi indesiderati è legata a uno sketch comico del Monty Python's Flying Circus, in cui la parola 'spam' veniva ripetuta ossessivamente ('spam spam'), sottolineando la fastidiosa ripetitività. Con l'avvento di internet e della posta elettronica, il significato di spam si è ampliato fino a indicare l'invio massivo di messaggi indesiderati online.


2. Spam secondo la legge: cosa dicono le normative

screenshot funzione controllo spam di rapidmail
Con rapidmail puoi subito controllare lo stato della tua newsletter grazie alla funzione di controllo SPAM. Gli indicatori, oltre a valutare l’efficacia della newsletter, forniscono anche dei suggerimenti rapidi per ottimizzare al massimo la tua campagna.

Le normative interpretano lo spam in modi diversi a seconda del Paese. Negli Stati Uniti, ad esempio, il CAN-SPAM Act non richiede un consenso esplicito per le email commerciali. L’importante è essere trasparenti: mittente chiaro, oggetto onesto e link di disiscrizione sempre presente.

In Europa invece la logica cambia completamente. Il GDPR e le norme e-privacy richiedono un consenso verificabile prima di inviare comunicazioni commerciali. È un modello più rigido, ma utile: crea liste realmente interessate e comunicazioni più chiare.

Per gestire efficacemente le comunicazioni commerciali e proteggersi dallo spam, molte aziende e provider offrono servizi specifici di blocco e filtraggio. Utilizzare servizi affidabili è fondamentale per garantire la sicurezza e la corretta gestione delle email e delle campagne di email marketing. Inoltre, la sicurezza dell'account di posta elettronica è essenziale per prevenire intrusioni e sospetti legati allo spam: un account compromesso può essere utilizzato per inviare messaggi indesiderati o subire tentativi di accesso non autorizzati.

Se lavori con newsletter ed email marketing, significa:

  • raccogliere consensi in modo esplicito
  • spiegare subito cosa invierai
  • poter dimostrare l’iscrizione

Le liste nate da un consenso chiaro non sono solo “regolari”: funzionano meglio, durano di più e riducono gli attriti con gli utenti.

Crea newsletter conformi al GDPR

3. Spam per i provider: filtri, algoritmi e reputazione

Ogni email che invii passa attraverso filtri automatici. Gmail, Outlook e altri provider valutano centinaia di segnali per decidere dove consegnare un messaggio. Non guardano solo i contenuti sospetti, ma osservano soprattutto la qualità del tuo comportamento nel tempo.

Quindi, cosa valutano?

  • se il dominio è autenticato (SPF, DKIM, DMARC)
  • la tua reputazione come mittente
  • quanto gli utenti aprono e leggono le tue email
  • se ci sono segnalazioni come spam
  • la struttura e la coerenza del contenuto

La regola è semplice: se gli utenti reagiscono bene ai tuoi messaggi, i provider si fidano. Se invece li ignorano o li segnalano, la reputazione ne risente. Con strumenti come rapidmail, la parte tecnica è già ottimizzata alla partenza, ma l’interazione del tuo pubblico rimane il fattore più importante.

Inizia subito con rapidmail

4. Quando un’email viene considerata spam dagli utenti

A volte basta poco: un ritmo troppo serrato, un contenuto fuori tema o un messaggio che “suona” troppo promozionale. L’utente non ragiona in termini tecnici, semplicemente decide che quella mail non gli è utile. I casi più comuni sono:

  • Newsletter inviate con una frequenza non comunicata
  • Contenuti lontani da ciò che l’utente si aspettava
  • Messaggi lunghi o poco chiari
  • Improvvisi cambi di tono o frequenza

Nella maggior parte dei casi, le email considerate spam dagli utenti condividono proprio queste caratteristiche. Quando l’utente percepisce fastidio, il provider lo nota. Per questo è importante curare non solo cosa scrivi, ma anche come e quando lo invii.


5. Come evitare che le tue newsletter finiscano nello spam

Evitare lo spamming, ovvero l'invio massivo e non richiesto di messaggi, è fondamentale per mantenere una buona reputazione online e proteggere sia le piattaforme che gli utenti da pratiche indesiderate.

Ecco le abitudini che fanno davvero la differenza e le puoi applicare da subito.

Costruisci liste basate sul consenso

Una lista basata su iscrizioni volontarie è il modo migliore per evitare problemi. Chi si iscrive consapevolmente è più coinvolto e meno incline a ignorare o segnalare le tue email.

Con rapidmail puoi creare form chiari e attivare facilmente il double opt-in. Questo ti permette di sapere sempre chi ha dato il consenso e quando. Una lista costruita con cura cresce più lentamente, ma funziona meglio. È più attiva, produce più interazioni e aiuta a mantenere la reputazione del dominio stabile nel tempo.

Mantieni la lista pulita nel tempo

Le liste cambiano: alcuni iscritti non leggono più, altri cambiano indirizzo o si allontanano dai temi che tratti. Ignorare questa evoluzione porta, nel tempo, a un calo generale della deliverability.

Un’ottima pratica è creare un piccolo flusso di riattivazione per capire se un contatto è ancora interessato. Se dopo diversi tentativi non interagisce, è meglio archiviarlo. Avere una lista più piccola, ma composta da lettori attivi, migliora automaticamente i risultati.

Cura la frequenza e la pertinenza dei contenuti

La frequenza ideale è quella che rispecchia ciò che hai promesso agli iscritti. Non deve essere necessariamente settimanale o mensile: l’importante è che sia chiara. Presta particolare attenzione al testo delle email: evita parole o formule che potrebbero farle riconoscere come spam dai filtri, così da aumentare le possibilità che vengano lette dai destinatari.

Sii coerente, manda contenuti utili e in linea con le aspettative. Segmentare la lista ti permette di inviare messaggi più mirati, aumentando il coinvolgimento e riducendo il rischio di segnalazioni.

Autentica correttamente il tuo dominio

L’autenticazione del dominio è un passaggio indispensabile. SPF, DKIM e DMARC confermano ai provider che sei un mittente affidabile.

rapidmail ti guida nella configurazione dei record, così puoi inviare le tue newsletter sapendo che il dominio è protetto e riconosciuto. Una buona autenticazione riduce filtri aggressivi e previene problemi legati allo spoofing (falsificazione dell’identità online).

Offri sempre un’esperienza chiara e trasparente

Gli utenti apprezzano la chiarezza: un oggetto chiaro, un mittente riconoscibile e un contenuto coerente fanno una grande differenza.

Anche il link di disiscrizione ha un ruolo importante. Non solo è obbligatorio, ma riduce la possibilità che un utente frustrato ti segnali come spam. Una comunicazione che tratta bene chi la riceve è una comunicazione che arriva più facilmente.

💡 rapidtip

Ecco 3 buone abitudini che funzionano davvero:

  • Usa un indirizzo email dedicato alle newsletter Rende più facile per i provider identificarti e migliora la coerenza complessiva dei tuoi invii.
  • Non aumentare gli invii all’improvviso Se devi inviare più newsletter, fallo gradualmente. I provider notano i cambi di ritmo troppo bruschi.
  • Verifica sempre l’anteprima Un layout semplice e leggibile aiuta sia gli utenti sia i filtri antispam. Evita elementi troppo pesanti o complessi.
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6. Conclusione

Evitare lo spam non significa solo impostare bene la parte tecnica: significa costruire un rapporto chiaro, trasparente e costante con chi riceve le tue email. Liste curate, contenuti pertinenti, frequenza coerente e un dominio ben autenticato sono gli ingredienti principali per una deliverability solida e stabile.

Con strumenti come rapidmail, puoi occuparti della parte creativa sapendo che tutto ciò che riguarda invio, server e autenticazioni è gestito al meglio. Quando le newsletter sono utili, chiare e rispettose delle aspettative dei lettori, arrivano più facilmente a destinazione. Ed è proprio lì che iniziano a fare la differenza.

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